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1. Chi siamo e cosa intendiamo fare
Il Tavolo Permanente Musica 0-6 (TPM 0-6) è un organismo nazionale di raccordo tra associazioni, enti pubblici e privati, liberi professionisti, che hanno nei propri fini la promozione dell’educazione musicale per la fascia d’età 0-6 anni.
Il TPM 0-6 costituisce uno spazio comune per lo scambio, il confronto, la riflessione, la ricerca, la progettazione concordata di eventi, esperienze, convegni, azioni che favoriscano e promuovano l’educazione musicale per tutte le bambine e i bambini in ambito familiare, scolastico ed extrascolastico.
Il TPM 0-6, anche in collaborazione con altre forze sociali e del Terzo Settore, intende elaborare suggerimenti per norme legislative e atti amministrativi che permettano un migliore e più efficace intervento presso Nidi e Scuole dell’Infanzia, Centri 0-6 e altre strutture territoriali, riconoscendo il ruolo dell’associazionismo nella diffusione di buone pratiche educativo-musicali anche a sostegno della formazione nelle successive età.
2. Il diritto alla Musica è anche per i più piccoli
Il TPM 0-6 ritiene indispensabile garantire a ogni cittadina e cittadino, fin dal periodo prenatale, il diritto a esperienze di fruizione e produzione musicale, nel quadro di un apprendimento permanente, con riferimento alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989), alle raccomandazioni del Parlamento Europeo (2006) e alle disposizioni legislative.
3. Fondamenti culturali e scientifici
A partire dal momento della vita prenatale e per tutta la durata della prima infanzia e dell’età prescolare bambine e bambini vivono un momento particolarmente fertile relativamente ai processi di apprendimento e di attribuzione di significato nei confronti dei linguaggi espressivi.
Gli effetti benefici del fare e ascoltare musica sono conosciuti da tempo, ma negli ultimi anni studi rigorosi hanno dimostrato che l’esperienza musicale stimola lo sviluppo cognitivo, linguistico, emotivo e sociale di bambine e bambini, con effetti positivi e duraturi. Ciò rappresenta un vero e proprio investimento nel capitale umano, con aumento delle capacità collaborative, oltre che con funzioni preventive che, negli ordini di scuola successivi allo 0-6, possono favorire anche la riduzione del bullismo e della dispersione scolastica e offrire opportunità eccellenti per l’inclusione e per interazioni sociali di qualità.
Fare e ascoltare musica stimola lo sviluppo dell’attenzione, della discriminazione uditiva, della memoria, della coordinazione motoria e della capacità di interagire con l’altro migliorando anche le abilità linguistiche e di lettura, avvicinando bambine e bambini alla bellezza e rinforzando la motivazione ad apprendere attraverso il piacere, il gioco e il divertimento.
4. Principi condivisi
Considerare la fascia d’età 0-6 in relazione alle esperienze sonore e musicali significa innanzitutto porgere occhi e orecchi al fatto che bambine e bambini possano scoprire e sperimentare tutti gli aspetti del mondo dei suoni e delle musiche, senza preconcetti o preclusioni in merito a generi, forme, contenuti.
La valorizzazione e la crescita dell’identità musicale di bambine e bambini della fascia 0-6 deve essere raggiunta attraverso un’attenzione di “cura ed educazione” in riferimento a contesti di esperienze corporee, affettive, sociali, cognitive e attraverso un’integrazione e un’armonizzazione del fare con il pensare.
È importante la rivalutazione delle tradizioni delle proprie culture e dei giochi infantili musicali, ma anche l’apertura, la cooperazione e l’integrazione con identità musicali di culture diverse dalle nostre.
Al tempo stesso è fondamentale rispettare anche il diritto al silenzio contrastando la frenesia del “tempo riempito”: nel silenzio è possibile rielaborare quanto appreso e conoscere/ritrovare se stessi.
I modelli educativi da mettere in atto in ambito familiare, come pure nei nidi, nei centri 0-6, nelle scuole dell’infanzia, devono rispettare i tempi di crescita e di sviluppo dei bambini. È opportuno quindi evitare anticipazioni e adeguamenti a modelli culturali adultistici, o eccessive semplificazioni stereotipate, o spostare l’espressione musicale fuori dalla persona e affidare agli oggetti di riproduzione musicale il ruolo di “modelli”.
Chi opera con la musica nei servizi per l’infanzia con funzioni di esperto deve avere una formazione specifica e qualificata in ambito pedagogico-musicale e deve curare costantemente il proprio aggiornamento, oltre a produrre opportuna documentazione del proprio lavoro ai fini di una verifica e valutazione del proprio operato, anche attraverso lo scambio e il confronto nell’ambito della progettazione educativa territoriale.
5. Rapporti con le famiglie, i servizi e le scuole dell’infanzia, il contesto sociale
Il diritto di bambine e bambini a poter vivere esperienze educative che rendano possibile il processo di scoperta, apprendimento, sperimentazione del mondo sonoro e musicale si realizza laddove la comunità degli adulti, genitori, educatori, amministratori si assuma il dovere di rendere tali esperienze accessibili, diffuse e di qualità.
È necessario quindi coinvolgere tutto il microcosmo in cui bambine e bambini vivono e crescono, dalla loro famiglia ai servizi per l’infanzia, dalla scuola a tutte le persone che con loro vivono una relazione affettiva importante. L’educazione musicale può contribuire a migliorare la relazione genitore-figlio, ma anche le relazioni scuola-famiglia e società-famiglia.
In questa direzione le associazioni intendono promuovere un’alleanza educativa, svolgendo un’azione di sensibilizzazione, accompagnamento e sostegno formativo a educatrici, educatori e genitori nella riscoperta delle proprie potenzialità educativo-musicali.
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